L’economia fa acqua…o l’acqua fa economia?

Se è vero, come afferma Arturo Lorenzoni docente di Economia dell’energia all’Università di Padova, che “la produzione di energia sarà sempre più una questione locale”, allora é bene che i locali battano un colpo. Soprattutto in montagna. Il tema delle centraline idroelettriche e dell’utilizzo dell’acqua deve diventare, insomma, la nuova linea del Piave: di qui non si passa, almeno senza il nostro consenso. Pena il rischio di farsi defraudare di nuovo di una delle (poche) risorse che alla montagna ancora restano. Spiega Lorenzoni che “la produzione di energia a livello locale, sfruttando le risorse disponibili come acqua e legno, consente un cosiddetto dividendo multiplo: sicurezza degli approvvigionamenti, stabilizzazione dei costi, lavoro locale unito anche a capitale locale. Una scelta irrinunciabile in un frangente economico difficile e complesso come quello attuale.” Non a caso la politica europea privilegia proprio la produzione locale e distribuita, puntando sulla concorrenza, da un lato, e sulla sostenibilità dall’altro, per conseguire gli obiettivi della riduzione del 20% delle emissioni di CO2, dell’aumento del 20% dell’efficienza energetica, e del raggiungimento di almeno un 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili. Obiettivi non facili da raggiungere con questa situazione economica, ma comunque da perseguire entro il 2020.

…continua sul numero di settembre 2013