SERENISSIMI PIFFERAI… ma i topi affogarono

Chissà dove saranno tra cinque anni, alla vigilia delle prossime elezioni, i candidati alla presidenza della Regione che in campagna 2015 hanno battuto il Veneto in lungo e in largo, promettendo autonomia a fette in tutte le varianti, dalla specialità all’indipendenza.
Sarebbe bello poterli riunire, e chiedere loro che ne è stato dei solenni impegni assunti un po’ dappertutto. A Belluno, in particolare, nervo scoperto del Veneto figlio di un dio minore: dove un teatro comunale gremito li aveva visti esibirsi agli inizi del maggio scorso. Senza peraltro tributare loro soverchi applausi, come riferiscono le puntuali cronache della serata: perché quell’ora e mezza di confronto era apparsa piena di fumo. Come sempre e come dovunque. Un politico è uno capace di promettere un ponte anche dove non c’è un fiume, spiegava uno che se intendeva bene come Nikita Kruscev. In Italia sono pronti a promettere che faranno il ponte, il fiume e magari pure un parco intorno; ma rimane puntualmente il deserto. Il risultato elettorale ha confermato la validità dei sentimenti dei bellunesi, estendendoli all’intera regione: quasi metà dei veneti hanno preferito restarsene a casa, respingendo in blocco un’offerta elettorale pure nutrita come non mai, potendo contare su sei candidati presidenti e diciannove liste.
continua…

di Francesco Jori